La nuova SEO: quando la «Search Generative Experience» (SGE) ridisegna la visibilità sul web
- nesceconsulting

- 6 nov
- Tempo di lettura: 5 min
La ricerca su Google non è più soltanto la lista dei “dieci link blu”: è diventata (o sta diventando) un’esperienza guidata dall’IA.
Google chiama questa evoluzione Search Generative Experience (SGE) — un insieme di risposte generate e sintetizzate che forniscono all’utente un quadro rapido e sintetico, senza bisogno di cliccare su tutte le pagine.
In questo articolo spieghiamo che cosa cambia per la visibilità dei sitiweb, porteremo dati recenti e affidabili con esempi pratici e consigli concreti per adattare la tua strategia di comunicazione digitale.
1) Cosa vuol dire e cosa significa SGE, in parole semplici.
La SGE è la tecnica di Google per ottenere i box/”overview” generati con modelli di linguaggio che compaiono in alto nella SERP e sintetizzano la risposta a una query (definizione, confronto, passi operativi, ecc.). Google ha iniziato l’esperimento in Search Labs nel 2023 e, a partire dal 2024, ha cominciato a portare gli “AI Overviews” a un pubblico molto più ampio. L’obiettivo dichiarato di Google è ridurre il lavoro di ricerca dell’utente dando risposte più complete direttamente nella SERP.
2) Cosa cambia per la visibilità (concetto chiave)
Sintesi veloce:
Più risposte in pagina → meno click verso i risultati organici (a parità di ranking).
Zero-click searches aumentano: l’utente trova la risposta direttamente nella SERP.
Spazio diverso da conquistare: non basta più “essere primi”, bisogna essere fonte citata dall’overview. Quindi la metrica che conta sempre di più è la visibilità dentro la sintesi AI, non solo il posizionamento nel 1° risultato.
3) Dati recenti e attendibili (cosa dicono gli studi)
Ecco alcuni dati che supportano quanto detto:
Google stesso ha annunciato il progetto SGE e, nelle fasi di rollout, ha stimato che centinaia di milioni di utenti avrebbero avuto accesso agli AI Overviews (obiettivo: oltre 1 miliardo di persone entro l’anno del rollout). Questo conferma che l’impatto non è marginale ma su scala globale.
Analisi di agenzie e publisher SEO hanno registrato calo del CTR organico su query informative quando compare un AI Overview; Seer Interactive e altri hanno documentato trend di diminuzione dei click organici su campioni di keyword. Questo significa che anche pagine che restano in prima posizione possono perdere quote significative di traffico.
Studi e report di monitoraggio (es. SE Ranking analisi di giugno 2024 riportata da Business Insider) mostrano cambiamenti rapidi nelle fonti che SGE cita: Google ha modificato quali domini vengono linkati nelle overview (più Wikipedia, LinkedIn, meno Reddit in certi periodi), e la percentuale di keyword che generavano overview è variata nel tempo (es. da percentuali alte a meno del 9% in certi snapshot). Questo indica che l’algoritmo di selezione delle fonti è dinamico.
Report come quello citato da The Verge su dati Adobe segnalano che i referral da canali di “AI search” possono crescere rapidamente (es. picchi importanti nel periodo natalizio 2024 per il retail), e gli utenti provenienti da AI search talvolta mostrano engagement superiore (più pagine viste, bounce rate più basso). Insomma: non tutto ciò che arriva dall’IA è traffic killer — quando l’IA decide di linkare poche ma autorevoli fonti, quei link possono portare traffico molto qualificato.
4) Esempi pratici (come appare nella vita reale)
Query «miglior piano di email marketing per PMI» → SGE può restituire un riassunto con passi, strumenti consigliati e poi citare 2–3 risorse (es. articolo guida, case study). Se la tua guida è tra le citate nella sintetica, hai ottenuto il massimo: traffico + autorevolezza. Se non ci sei, l’utente potrebbe leggere e basta.
Query «cos’è la SEO semantica» → SGE probabilmente fornirà una definizione breve + elenco dei passaggi chiave (ottimizzazione intent, entità, markup). Se il tuo contenuto è strutturato con definizione iniziale e punti numerati, la probabilità di essere usato come “source” aumenta.
5) Cosa fare subito: checklist operativa per un sito di comunicazione digitale
Ecco un elenco di soluzioni pratica immediatamente applicabili:
Scrivi la versione “snippet-friendly” dei tuoi contenuti
Inizia ogni articolo con una definizione concisa (1–2 frasi), aggiungi subito una lista numerata o un “how-to in X passi”. Le overview amano contenuti strutturati e scansionabili.
Usa dati e fonti autorevoli e citabili
SGE tende a preferire fonti che Google considera affidabili; inserisci riferimenti, link a studi primari, e usa dati originali quando possibile.
Schema markup e dati strutturati
Implementa JSON-LD per article, FAQ, HowTo, Organization: segnala esplicitamente titolo, autore, data, e riepilogo. Questo non garantisce la citazione nell’overview, ma migliora la “readability” per i crawler. (Best practice SEO aggiornata).
Ottimizza per intent conversazionale
Scrivi contenuti che rispondono a domande precise, non solo a keyword secche. Includi sezioni “Domande frequenti” e micro-contenuti che rispondono direttamente.
Monitora Search Console e CTR by query
Se vedi cali di CTR a parità di posizione, indaga: potrebbe comparire un AI Overview su quelle query. Segmenta le query “informative” e confronta performance prima/dopo.
Produci contenuti unici e con valore aggiunto
Case study, strumenti propri, dati originali: sono più difficili da sintetizzare senza citare la fonte, quindi aumentano la probabilità di venire menzionati.
6) Metriche da misurare (KPI aggiornati)
Oltre alle metriche SEO tradizionali, ci sono nuove metriche che bisogna monitorare:
Share of Voice nelle AI Overviews (strumenti come Semrush/SEMrush Keyword Magic possono filtrare keyword che attivano AI Overviews).
CTR per query / posizione (Search Console) — per vedere dove l’overview “ruba” click.
Qualità del traffico: tempo medio on-site, pagine/sessione, conversion rate da visite che originano da risultati che menzionano la tua risorsa.
7) Limiti e opportunità: non tutto è negativo
Limite: per alcune query informative il traffico organico “di massa” può ridursi. Gli overview possono occupare spazio e ridurre i click tradizionali.
Opportunità: quando SGE cita poche fonti, quei pochi link scalano in valore (traffico più qualificato, maggiore engagement). Inoltre, come segnala Adobe/analisi, i referral da AI search possono generare utenti più coinvolti. Questo apre la strada a contenuti profondi e distintivi che l’IA preferirà citare.
8) Esempio di template (testo iniziale) ottimizzato per SGE
Puoi adattare questo blocco all’apertura dei tuoi articoli — è ciò che le overview tendono a preferire:
Cos’è la Search Generative Experience (SGE)? La SGE è la nuova esperienza di ricerca che usa modelli di linguaggio per fornire un riassunto immediato delle informazioni richieste dall’utente. In pratica: un box che sintetizza risposta, passi pratici e link a fonti selezionate. Come adattare la tua strategia in 3 passi: Fornisci una definizione chiara e concisa nelle prime 1–2 frasi. Aggiungi una lista numerata con i 3–5 passaggi essenziali. Inserisci dati originali o case study che possano essere citati come fonte primaria.
9) Conclusione — la nuova SEO è ibrida
La SGE non uccide la SEO: la trasforma. Il vecchio ecosistema (posizione → click) evolve verso un modello in cui la capacità di essere fonte autorevole e sintetizzabile dall’IA diventa cruciale. Per chi lavora nella comunicazione digitale questo significa ripensare la struttura dei contenuti, investire in dati originali e monitorare in modo più granulare CTR e comportamento degli utenti. Le buone notizie? Chi saprà offrire valore unico e facilmente sintetizzabile dall’IA avrà ancora ottime possibilità di visibilità — spesso più qualificata di prima.
Autore: Valentina Ancona




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